Intervista per InsideArt (2010)

 

  • I tuoi dipinti sono davvero particolari, perché fondono una tecnica piuttosto classica, barocca forse, a delle tematiche estremamente attuali, ma anche molto controverse. Come è nata la tua opera, il tuo stile, l’idea di base che è il filone conduttore della tua arte? Perché hai scelto di usare uno stile fotografico – teatrale, applicandolo a queste argomentazioni? La tecnica usata è olio su tela, giusto?

Dai tempi del liceo Artistico ho sempre avuto una forte attrazione per la figura umana. Dalla figura al ritratto il passo è stato facile. Diciamo che, salvo rare eccezioni, il comune denominatore della mia ricerca è, da sempre, il ritratto! Spesso l’arte figurativa pecca di citazionismo, anacronismo e decorativismo, io mi pongo molto criticamente verso tutta l’arte figurativa a cominciare dalla mia. Cerco di essere, malgrado tutto, un autore
contemporaneo che si avvale anche di strumenti come la fotografia (mezzo che, nel mio caso, sostituisce solo quelli che erano gli studi e schizzi preliminari) per arrivare prima al quadro finito. Riguardo alla mia tecnica: uso esclusivamente l’olio. E’ la materia che più di ogni altra mi permette di esaltare al massimo la mia attitudine all’immagine.

  • La scelta dei modelli, e soprattutto delle modelle. Tra le altre, ho notato la partecipazione di Suicide Girls, o comunque modelle alternative-underground come Medea o Nana, ad esempio. Come vengono selezionate? Devono avere particolari requisiti? Ricerchi un tipo di bellezza alternativa nei tuoi modelli?

Non cerco necessariamente bellezze particolari. La mia attenzione è rivolta innanzitutto alla psicologia dei modelli. Lavorando sul ritratto e sull’identità mi interessa caratterizzare piuttosto che idealizzare il soggetto. Nell’epoca dei social network trovare persone disposte a posare è molto più facile, per lo più sono loro a contattarmi e a manifestarmi l’interesse a collaborare. Ma non mi baso su un semplice book per la selezione, aspetto di conoscere la persona in studio, solo così riesco a farmi un’idea compiuta…

  • Satanismo, esoterismo e religioni pagane. So, leggendo delle precedenti interviste, che l’esoterismo c’entra ben poco nei tuoi dipinti, cioè che non c’è una vera e propria intenzione mistica, ma più un’idea che il pubblico possa farsi. Allora qual è il motivo del largo uso che fai della simbologia, dei controversi accenti religiosi in chiave talvolta quasi sacrilega? E la mitologia, il ritualismo? Anche se non c’è dietro una “nuova corrente religiosa” o delle intenzioni esoteriche, qual è il motivo che ti spinge a caricare i tuoi dipinti di questi significati?

La mitologia, la religione cristiana sono alla base della nostra cultura, ed io ne sono affascinato e continuo a guardare il mondo con l’occhio dell’occidente, ma, spero, senza condizionamenti. Un quadro deve essere evocativo, deve liberare demoni! Ma non deve essere calcolato a tavolino, deve “accadere”! Ed esiste un’inconscio con cui bisogna fare i conti nel momento che ci si lascia andare all’impulso creativo. Non sempre è dato sapere perchè l’immagine ha determinate caratteristiche. Personalmente ritengo poche le cose che mi muovono nella realizzazione di un’idea. Ponendo l’uomo al centro dell’opera mi viene automatico trattare temi legati al corpo e allo spirito. Non essendomi mai interessato di politica e di sociale e mal sopportando la bellezza decorativa fine a se stessa, mi ritrovo ad indagare su quello che governa l’intima essenza di ognuno (sessualità e spiritualità) compresi gli eccessi e le contraddizioni.

  • Passiamo all’argomento centrale della rubrica: l’erotismo, la pornografia e la sessualità nell’arte. Ovviamente, i tuoi quadri ne sono permeati. Fetish, medical, pissing, bondage, sadomasochismo, insomma, troviamo in larghissima quantità tutte le pratiche sessuali più comuni nell’immaginario erotico attuale, anche se ancora vengono decisamente viste come un tabù. Perché ti concentri soprattutto su questo tipo di erotismo?

Tutto quello che è convenzionale mi annoia. Ho sempre ricercato una nota di originalità indipendentemente dalla disciplina in questione e il sesso non fa eccezione. Così ti ritrovi a scoprire cose strane che stuzzicano la creatività. Non ho ancora trovato qualcosa di più variegato, bizzarro e divertente della sessualità umana. Relativamente a questo e paradossalmente includerei la religione che, involontariamente, ci indirizza verso certe scelte. “Mortificazione della carne e pratiche di astinenza” sono semplicemente contro natura. Non c’è niente di più raffinato in ambito erotico bdsm, non trovate?

  • La sensualità delle donne rappresentate. Nonostante siano di indubbia bellezza, traspare dalle tue opere più un senso di inquietudine che esse stesse mostrano, un’aggressività. Divengono delle muse inquietanti del sesso, che incutono timore e, talvolta, orrore. Non è una tipologia di donna ammiccante, compiacente e sensuale quella che rappresenti. È una donna forte, che prende in mano la situazione. Una mistress che sottomette gli sguardi ed è padrona delle sue azioni e della sua sensualità. Questo è quello che traspare, è esatto? E se si, come mai hai questo modello del femminile?

Non sono del tutto d’accordo! Non ho dunque un vero e proprio modello femminile privilegiato, forse bisognerebbe guardare molte più opere per avere una visione esaustiva del fenomeno. Tuttavia una qualche idea di contrapporre la figura femminile al concetto di religione cristiana esiste. Spesso la vedo come idolo pagano, una grande madre (vedi le figure con corna) sempre pronta a risucchiarci nel suo ventre.

  • Le tue opere vogliono lanciare un messaggio allo spettatore? C’è qualcosa che l’artista, attraverso le sue immagini, vuole rendere noto al pubblico?

Non lo so! Egoisticamente dipingo per me stesso! Non mi interessa sapere quale messaggio la mia opera può lasciare. Io cerco di emozionarmi e non voglio risposte dal mio lavoro. Vorrei che ogni mio dipinto si manifestasse come una misteriosa epifania.

  • Quali artisti del passato ti ispirano? Quali, dei contemporanei, ammiri?

Molti Artisti del passato mi piacciono e non solo per la lora capacità tecnica, ma l’elenco sarebbe lungo. Cito: Tiziano, Raffaello, Giovanni Bellini, Jan Van Eyck, Rembrand, Bacon
Riguardo i contemporanei: L’azionismo Austriaco, Joel Peter Witkin, Andres Serrano, Vanessa Beecroft, Hussar

  • Cosa ne pensi dell’erotismo – o della pornografia – nell’arte? Pensi che sia una forma di espressione che potrà avere seguito, soprattutto in Italia? Perché un artista decide di battere questo campo? Voglia di trasgredire? Senso estetico? Gusto per la provocazione?

G. Hartmann dice che: “La grande arte è sempre scortata dalle sue due oscure sorelle, l’empietà e la pornografia” e che C. Paglia sostiene che: “L’arte è esibizione rituale dei misteri primari”. A questo punto penso che erotismo e pornografia non possono prescindere da un discorso artistico. Certo è che il tema si presta a molteplici interpretazioni e, da quello che vedo, molto spesso (ma non sempre beninteso) del tutto superficiali, giusto per appagare una volgare visione voyeuristica o per una facile provocazione. Soprattutto quando il prodotto finale si presta ad una facile esecuzione, come nel caso della fotografia, dei video e di un certo tipo di pittura, naturalmente.